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Il promontorio
roccioso di origine vulcanica, abitato fin dal Neolitico, sede di
civiltà antichissime prima ancora degli Etruschi e delle Città della
Magna Grecia, divide le due insenature di Marina Corta e Marina Lunga. I
Greci vi costruirono l'acropoli della Lipara di allora e anche i Romani
vi fondarono una città. La posizione nevralgica di Lipari consentiva
una difesa efficace contro gli attacchi dei nemici e, per questo, fu il
rifugio ideale delle popolazioni durante gli attacchi e le scorrerie dei
pirati.
In una zona isolata al centro
dell'Isola di Lipari, a Piano Conte, vi sono le
Terme di San Calogero che furono costruite nel 1867.
Vi sgorgano acque utilizzate per fanghi e bagni
nella cura di gotta e reumatismi. |
la
più estesa delle Eolie,
Lipari oggi si presenta con le mura del
Castello spagnolo a testimonianza del suo tipico aspetto di borgo
fortificato del Cinquecento. Nell'XI secolo venne eretta da
Ruggero il Normanno la
Cattedrale dedicata a San Bartolomeo.
La
Chiesa,
distrutta nel 1544 dal pirata Barbarossa, fu ricostruita nell'area
delimitata dalle mura del Castello, in forme barocche nel sedicesimo secolo.
L'interno della Cattedrale è barocco, a tre navate,
con volte a crociera ricoperte di affreschi del
Settecento che raffigurano Storie dell'Antico
Testamento. Sull'altare è posta la statua
settecentesca in argento di San Bartolomeo. In un
singolo edificio dunque vi sono rappresentati, sia
pure in modo frammentario, duemila anni di storia,
dalle pietre dell'antica Lipara greca ai resti
dell'edificio normanno fino al campanile barocco.
All'interno dell'ex Palazzo
Vescovile è stato ricavato il Museo Eoliano diviso in sezioni corrispondenti alle varie
aree topografiche di scavo. All'esterno, di fronte alla Chiesa dell'Immacolata,
vi è tutta la zona archeologica ed è qui che si ha la testimonianza
tangibile di quanto la civiltà eoliana sia iniziata prima di ogni altra
cultura meridionale.
Gli scavi condotti dagli archeologi Luigi Bernabò Brea e Madeleine
Cavalier hanno evidenziato ben cinque livelli di vita dell'area del
Castello di cui quattro riferibili all'Età del Bronzo e del Ferro e una
riferibile all'epoca greco-romana.
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Carasco Hotel
Rocce Azzurre
Resicence Mendolita
Arciduca Hotel
Hotel Tritone
Pinnata Hotel
Villa Meligunis
Giardinosulmare
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VULCANO |
L'isola, la più vicina alla costa siciliana, è costituita da tre vulcani
di cui il più antico è inattivo sin dalla preistoria e forma il
massiccio più elevato quello del Monte Aria e del Monte Saraceno che sono
alti circa 500 mt.; Vulcanello è alto poco più di 100 mt. e si trova all'estremità
nord-est dell'isola; il Gran Cratere o Fossa Grande, la montagna
degli dei, alto circa 385 mt. è
tutt'ora attivo con numerose fumarole e, anche se l'ultima disastrosa eruzione risale al 1888,
il pericolo secondo i vulcanologi è sempre presente. Nell'antichità il
vulcano, per la sua prorompente attività sismica, incuteva nei popoli
molta paura tanto che quest'isola fu considerata la sede di Vulcano dio
del fuoco, isola sacra a Eolo dio dei venti e ritenuta l'anticamera
dell'inferno.
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La salita al Gran Cratere, dura poco meno di un'ora. Si parte in
direzione del Piano, deviando poi per Forgia Vecchia e costeggiando la
colata di ossidiana. Il cratere è a 390 metri di altitudine ed ha un
aspetto veramente infernale. Con un diametro di 500 metri che si
restringe a imbuto verso il fondo, si presenta con striature rosa,
gialle e grigie. Sui bordi le fumarole esalano vapori bianchi e acri di
zolfo che, depositandosi, lasciano un velo giallastro sulle rocce.
Lo sfruttamento minerario era già iniziato al tempo dei romani, conobbe
una lunga interruzione durata fino all'Ottocento, quando il generale
borbonico Nunziante riprese l'attività utilizzando i condannati della
colonia penale di Lipari.
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Al Togo
Hotel
Les sables noirs
Blu
residence
Baia azzurra |
Sedi principali di un turismo sempre in grande sviluppo qui alle
Eolie, sono le due baie di Porto di Levante e di Porto di
Ponente. L'attracco all'isola è al Porto di Levante. Una delle
maggiori attrattive di Vulcano è costituita da un grande
bacino di fango caldo
che si incontra dirigendosi verso il Porto di Ponente. Le acque
di questo bacino sono considerate curative per le malattie
reumatiche e le malattie della pelle. Al Porto di Ponente si
ammira la particolare e suggestiva spiaggia più popolare
dell'isola: le Sabbie Nere. Tra il Gran Cratere e il Monte Aria
vi è la zona del Piano lussureggiante di vegetazione; la parte
alta, adibita a pascolo, è ricoperta di boschi di querce; la
parte bassa è coltivata a frutteti e vigneti. Dal piano si
scende a Gelso, un piccolissimo borgo da dove si può agevolmente
raggiungere il mare. Qui le prime famiglie di pescatori e
contadini si stabilirono a Vulcano nel XIX secolo. |
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SALINA |
Dopo Lipari è
Salina l'isola più grande delle Eolie formata da
due rilievi di origine vulcanica, il Monte dei Porri
e il Monte Fossa delle Felci (962 mt.) separati da
una valle. L'isola ha sorgenti proprie di acqua dolce e questo
ha consentito un certo sviluppo agricolo dando nel contempo
l'aspetto di isola verde. Vari torrenti raccolgono l'acqua
piovana costituendo una vera rete idrografica, i colli sono
coltivati a vigneto e producono la famosa malvasia. Oltre la
vite si coltivano anche l'olivo e il cappero. Sui rilievi sono
presenti pini, querce e castagni
Punta Lingua
Il Laghetto
degli Aironi,
così chiamato
perché qui si posano
gli aironi cinerini
durante
la loro migrazione
annuale dall'Africa. |
Come le altre Isole Eolie, anche Salina fu abitata sin dall'età del Bronzo
e poi in età classica. Anche Salina dovette subire le incursioni dei
saraceni e in quel periodo l'isola si spopolò completamente ma riprese a
ripopolarsi nel Settecento e nell'Ottocento, grazie alla viticoltura,
raggiunse una popolazione di 12.000 abitanti, successivamente la
peronospera danneggiò e distrusse gran parte delle viti costringendo la
popolazione ad emigrare. Oggi il numero degli abitanti si aggira intorno
ai 2500 abitanti. I centri abitati sono tre: Santa Marina, Malfa e Leni
prevalentemente agricoli A Salina sorge il Santuario della Madonna del
Terzito, centro spirituale dell'Isola e meta di pellegrinaggi. La
spiaggia più bella dell'isola è raggiungibile da Pollara un piccolo
agglomerato di case disposte, alla base del Monte dei Porri, al centro
di un naturale anfiteatro. La baia è chiusa dal un promontorio
forato: la Punta del Perciato.
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Mercanti di mare
salinacase
La Canna Hotel
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PANAREA |
Capo Milazzese, una vera e propria fortezza
naturale inespugnabile e ciò spiega come quest'isola fosse abitata sin
dal 1400 a. C. da una popolazione piuttosto evoluta: di quel periodo,
infatti, sono state ritrovate ceramiche e manufatti di vario tipo.
I
materiali ritrovati negli scavi sono stati trasportati a Lipari e sono
esposti nel Museo Eoliano. Oltre ad essere abitata nel periodo dell'età
del Bronzo alcuni ritrovamenti alla Calcara dimostrano che l'Isola fu
abitata sin
dal neolitico.
Cala Junco
è sicuramente la località
più bella di Panarea. Partendo dal piccolo abitato di Drauto e
camminando per circa mezz'ora si raggiunge una
grande, stupenda piscina naturale dalle acque
assolutamente trasparenti dai colori, brillantati
dal sole, che variano dal verde al turchese al blu
intenso.
Sul promontorio a forma di falce, che chiude scenograficamente ad
effetto la baia, sono state scoperte le tracce di pietra di ventitre
capanne. |
Panarea è circondata da molte isolette e scogli che
formano un arcipelago secondario, tra queste isolette Basiluzzo,
che
dista da Panarea 3,5 km circa, ha la forma di cupola con pareti a
picco sul mare.
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Raya
Hotel
Hotel Cincotta
Hotel Hycesia |
STROMBOLI |
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Lo Stromboli è un vulcano in
eruzione da almeno due millenni, le
sue esplosioni cicliche sono
"spettacolari", cenere, lapilli
e materiale incandescente
vengono scagliati in aria, così in
alto e con forti boati come fuochi
d'artificio. |
Strombolicchio,
un grande scoglio distante da Stromboli un chilometro e mezzo a nord
est.
Strombolicchio,
un grande scoglio distante da Stromboli un chilometro e mezzo a nord
est.
Prima
del 1920 gli spuntoni rocciosi erano molto più alti e offrivano alla
vista una scenografia mozzafiato ma furono spianati
perché "bisognava" costruire un faro, ancora una volta la
mano dell'uomo deturpa irrimediabilmente ciò che la natura aveva creato.Una
scalinata molto ripida permette di salire in cima (circa 50 metri), da qui
la vista su Stromboli, sulla costa calabra e su quella siciliana è
veramente spettacolare. Assai
suggestivi sono i fondali coralliferi che attorniano l'isolotto. Bellissimi
sono, infine, i gabbiani reali, unici incontrastati abitatori dell'isolotto.
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Stromboli è l'isola più lontana dalla
costa siciliana, i pochi abitanti dell'isola vivono nei villaggi di San
Vincenzo, San Bartolo e Ginostra. Il vulcano attivo è in continua
eruzione, nel dicembre 2002 ha riversato in mare un fiume di lava
creando disagi e preoccupazioni alla popolazione dell'isola, in
particolare a Ginostra. La
navigazione è divenuta impraticabile per i continui e poderosi sollevamenti e
spostamenti repentini di masse d'acqua. Aprile 2003, il vulcano ancora
non si placa, a Ginostra sono crollate alcune case. Febbraio e Novembre
2007 , lo
Stromboli erutta lava che precipita in mare, uno
spettacolo della natura suggestivo ma molto
temibile.
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La Sirenetta
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FILICUDI |
L'isola di Filicudi un tempo si chiamava Phoenicusa che le
derivava dal fatto che era ricoperta da fitta vegetazione di felci ma
potrebbe, però, così chiamarsi per la presenza di insediamenti fenici.
L'isola è oggi scarsamente abitata (si contano circa 250 abitanti
residenti). Per quanto lontana dalla terra ferma quest'isola fu abitata a partire
dal 1700 a.C. e, in base a ritrovamenti di frammenti di ceramica
risalenti al Neolitico, addirittura dal IV millennio a.C. Numerosi sono i reperti dell'Età del Bronzo e a Capo Graziano sono
stati individuati ben due insediamenti preistorici.
La Fossa delle Felci non è altro che una bella
passeggiata lungo una vecchia mulattiera che attraversa l'isola. Si sale
da Filicudi Porto fino alla parte bassa della Rocca di Ciauli. S'imbocca
poi il sentiero che conduce all'abitato di Val di Chiesa e da qui si
raggiunge agevolmente la Fossa delle Felci (Mt. 774) dalla quale si
ammira un magnifico panorama. Sul promontorio di Capo Graziano è stato scoperto un
villaggio preistorico formato da capanne a pianta ovale risalente,
secondo gli archeologi, all'età del Bronzo. |
La gita in barca che ci porta alla Grotta del Bue marino
è assolutamente straordinaria per la bellezza dei giochi di luci e di
colori all'interno della grotta. Si arriva alla grotta dopo aver
superato un alto faraglione appuntito chiamato la Canna e l'arco
naturale di punta del Perciato: uno spettacolo naturale davvero
splendido. |
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Valdichiesa Hotel
Villa Ciauli
Villette Liscio |
ALICUDI |
Alicudi,
anticamente chiamata Ericusa, dalla
presenza sull'isola dell'erica, pianta che abbandona
ancora sulle pendici e nelle valli inaccessibili del
cono vulcanico oggi spento. Per molti secoli, bersaglio di frequenti incursioni
da parte dei pirati che infestavano le rotte del
Tirreno, la sua popolazione fu praticamente
costretta a trovarsi un riparo naturale in casette
costruite sui terrazzi a mezza costa che danno sul
versante orientale. La sua storia passata si
sostanzia nelle tracce di un abitato del XVII - XVI
sec. a.C., che doveva estendersi vicino all'approdo
portuale; altre tracce della medesima epoca esistono
sulla sommità dell'isola. Ciò lascia intendere che
la modesta agricoltura e la pesca furono i
fondamenti dell'economia della comunità preistorica.
Frammenti ceramici di età romana si trovano sparsi
sulla costa orientale dell'isola. L'isola ebbe
parte, insieme a Lipari, al commercio
dell'ossidiana. In località Fucile sono stati
rinvenuti sarcofagi di lava contenenti numerosi
fittili e vasi preziosi risalenti al IV sec. a.C..
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Alicudi, la
più estrema delle Isole Eolie si presenta, vista da
lontano, con la caratteristica forma conica di un
antico vulcano che s'inabissa per più di mille metri
sotto il livello del mare. Sull'Isola mancano tutte
le comodità della "vita moderna" e questo
particolare la rende ancora più attraente visto che,
ormai, la massificazione selvaggia ha "contaminato"
angoli di paradiso nelle stesse Eolie.
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Anche Alicudi subì incursioni Barbariche: ne
è testimonianza una specie di fortino naturale,
chiamato Timpone delle Femmine, dove venivano
rinchiuse le donne durante le incursioni di predoni e
corsari.
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