"Grande e immortale è la sua opera ..." ecco, per Filippo Juvara non posso far altro che ripetere le stesse parole usate per definire l'opera di Antonello. 

Filippo Juvara (noto anche come Juvarra) nacque a Messina nel 1678 da una famiglia di argentieri, padre e fratelli orafi; manifestò sin da piccolo un'inclinazione "speciale" per il disegno e sviluppò con estrema facilità la sua straordinaria capacità di espressione grafica  oltre a doti non comuni per le belle arti. Segui contemporaneamente gli studi di teologia e architettura e, dopo avere eseguito alcuni lavori a Messina,  tra questi la Chiesa di San Gregorio, fu ordinato sacerdote a venticinque anni.

 

 

 

 

In quel periodo Messina, dopo la ribellione alla corona spagnola, versava in condizioni di estrema difficolta politica ed economica (la storia di una città eroica) e molti suoi figli d'ingegno dovettero prendere la via dell'esilio. Tra questi Filippo Juvara che si trasferì a Roma alla scuola di Carlo Fontana (1703), nel 1705 consegui il primo premio al concorso clementino con un progetto di villa, fu operoso a Napoli nel 1706, è suo il disegno della Cappella Antamori in San Girolamo della Carita' a Roma.

Nel 1714 fu chiamato a Torino da Amedeo II di Savoia su raccomandazione del cardinale Pietro Ottoboni per il quale Filippo aveva svolto attività di scenografo; subito dopo il

grande architetto messinese inizia il progetto per la Basilica di Superga.

L'impostazione della chiesa, assolutamente geniale, è a pianta centrale su un alto basamento che impone la veduta dal basso in su, trasfigura i motivi stilistici attinti al barocco berniano e borrominiano e conferisce al complesso architettonico uno slancio spaziale.

La tendenza alla pianta centrale sarà il motivo dominante delle opere del periodo piemontese, durato circa un ventennio, come la Cappella della Venaria (1716) a croce greca con cappelline angolari.  Nelle piante longitudinali, di solito a navata unica,  con cappelle laterali, come nella chiesa torinese di San Filippo dell'architetto Guarini, crollata nel 1714 e ricostruita nel 1716, la vena artistica dell'architetto messinese trova accenti di autentica grazia. Suo il progetto del 1716 della facciata della chiesa di Santa Cristina oltre a numerose altre opere di rinnovamento di edifici preesistenti, sono da menzionare: la Villa di caccia della Venaria (1714-1716)  con la già citata Cappella e la stupenda scuderia, il castello di Rivoli (1715-1725) per il quale Juvara ideò uno spettacolare effetto scenico: la facciata a terrazze e scalinate (incompiuta).

Nel 1718 Juvara iniziò la parte ovest di Palazzo Madama a Torino, certamente la più monumentale e solenne facciata di tutto il Settecento europeo. La facciata appare fastosa ed austera allo stesso tempo e si adegua perfettamente alla Piazza che lo ospita; l'interno, in particolare l'atrio e l'elegante scalone, dalle lucide strutture, sono concepiti per l'effetto scenografico, peculiarità sempre presente in tutte le sue opere. Nel 1720-1721 l'architetto messinese eseguì lavori al Palazzo Reale di Torino, tra questi  la "scala delle forbici" con l'ardita rampa a ponte e il vano decorato di stucchi bianchi. Sempre a Torino, dal 1716 al 1728, progetto' e costruì "i quartieri militari"  in corso Valdocco, edifici austeri e aggraziati nello stesso tempo.

La sua parentesi piemontese si esaurì con alcuni viaggi che lo portarono prima a Lisbona nel 1719, a Londra nel 1721 dove ebbe contatti con Christopher Wren, quindi a Parigi sino al 1722 quando riprese la parentesi torinese col progetto della ricostruzione (non attuata) del Duomo, ovviamente a pianta centrale.

 

Costruisce la Palazzina di caccia di Stupinigi nel 1729, 

dal padiglione centrale leggero e luminoso e dalle quattro ali a croce di Sant'Andrea concepite ad abbracciare il vasto paesaggio. Dopo aver ultimato la Chiesa del Carmine nel 1735, riprende il tema di Stupinigi. La fantasia inesauribile dell'artista messinese traspare anche dalle "prospettive ideali"  dedicate al re Augusto di Polonia e dai numerosi disegni di monumenti funebri. Dopo aver progettato nel 1734 la Chiesa della Trinita' (Santa Maria Maggiore) a Vercelli, si recò in Spagna nel 1735, richiesto da quella corte per il nuovo Palazzo Reale. Sicuramente l'opera spagnola più significativa del grande architetto messinese è la Granja presso Segovia con una facciata che richiama e sviluppa lo stile di Palazzo Madama. Con Filippo Juvara l'architettura settecentesca piemontese assunse un ruolo di livello europeo.

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