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TINDARI
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Zona Archeologica
Via Teatro Greco -
Tindari Patti
Tel. 0941/36902
CENNI STORICI |
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Tindari, posta sopra un promontorio, si staglia
all'orizzonte, quello che immediatamente colpisce del paesaggio
non sono tanto le rovine archeologiche quanto il
Santuario della Madonna Nera che sovrasta la
collina dove, probabilmente, un tempo doveva trovarsi l'antica
acropoli. Sul versante opposto a quello del Santuario, su un
pendio che declina verso il mare, sorge Tyndaris la colonia
greco-romana fondata nel 396 a.C. dal tiranno di Siracusa
Dionisio il Vecchio dopo la vittoria sui Cartaginesi. Durante
gli scavi, sotto le vestigia romane, numerosi sono i reperti
archeologici rinvenuti, molti dei quali appartenenti alla
cultura Rodi-Tindari-Vallelunga e che trovano riscontro nelle
ceramiche trovate sulle isole di Filicudi e Lipari.
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La
città era cinta da possenti mura lungo i margini del
promontorio, fu popolata da profughi provenienti dalla Messenia
e fu chiamata Tyndaris in onore di Tindaro sposo di Leda, padre
putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce. Durante le
Guerre Puniche Tindari mostrò fedeltà a Roma e per questo, dopo
la disfatta di Cartagine, fu ricompensata ricevendo parte del
bottino da Scipione Emiliano.
Il Santuario dall'alto
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COLONNE DORICHE |
TEATRO GRECO DI TINDARI |
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Nel V secolo Tindari diviene sede episcopale, poi,
nell'836 viene distrutta dai Saraceni e abbandonata
completamente. In età imperiale, dopo che era divenuta Colonia
Augusta Tyndaritanorum, uno smottamento del terreno fa crollare
una parte della città in mare che, ricostruita, mantiene
l'impianto del IV secolo a.C. con strade larghe e parallele. Nel
V secolo Tindari diviene sede episcopale, poi, nell'836 viene
distrutta dai Saraceni e abbandonata completamente. Oggi Tindari
appare come un giardino dove fichi d'india, agrifogli e agavi
circondano le rovine e i monumenti. La parte alta della città è
occupata dalle Terme del II secolo d.C. con un vestibolo
colonnato che si apre su diverse stanze ornate da mosaici
marmorei in bianco e nero che raffigurano un toro con i berretti
dei Dioscuri, protettori della città e il simbolo della
Trinacria.
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La cavea si apre a
ferro di cavallo verso un pianoro su cui si addensavano le case
della città, sullo sfondo la veduta aerea del mare con le Isole
Eolie e Capo Milazzo.
Il
diametro del semicerchio del teatro misura 60 metri, la platea
riservata agli orchestrali 24 metri,
dai lati si accedeva alle gradinate che servivano da sedili,
disposte su 28 file,
divise da 8 piccole scale
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La parte alta della città è occupata dalle Terme del II
secolo d.C. con un vestibolo colonnato che si apre su diverse
stanze ornate da mosaici marmorei in bianco e nero che
raffigurano un toro con i berretti dei Dioscuri, protettori
della città e il simbolo della Trinacria. I mosaici pavimentali
rappresentano scene marine, lottatori, satiri e Dionisio con la
pantera L'abitato sorge sullo sperone roccioso, molte case hanno
aspetto lussuoso con terme private, fontane e grandi peristili
con colonne in mattoni intonacati. All'interno dell'area degli
scavi si trova l'Antiquarium che conserva una collezione di
statue elleniche e romane, tra queste una testa di Augusto
trovata nella cosiddetta Basilica.
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I
gradini formati da blocchi di pietra arenaria molto simili a
quelli usati per la costruzione delle mura presentano un
sottopiede concavo per impedire ai piedi degli spettatori di
urtare la schiena delle persone sedute nel gradino sottostante.
Il Teatro subì rifacimenti in epoca imperiale imperiale romana,
quando i nuovi coloni dedotti da Augusto per ripopolare la
città prevalsero sull'elemento greco locale.
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Dall'alto, scendendo dal promontorio,
si apre uno scenario
magnifico di banchi di sabbia bianca emergenti dal mare.
Il Teatro Greco
di Tindari fu costruito nei primi decenni della fondazione
della città, sfruttando un naturale avallamento del terreno
nelle immediate vicinanze delle mura del lato sud, ad alcune
centinaia di metri dalla porta principale.
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