CHIESA S. ELIA

 

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Tanti monumenti della Messina antica sono stati distrutti e il "dimenticatoio" avvolge i messinesi che  apatici, ignoranti, colpevolmente assenti non riescono a cogliere la grandezza  di quelli rimasti. Questa chiesa non è stata distrutta! Possiamo ammirarne la bellezza architettonica nonostante le scellerate ricostruzioni. Analizziamo bene, attraverso le  opere di valenti scrittori locali quali  Caio Domenico Gallo autore degli “Annali della Città di Messina”, Alessandro Fumia artefice de “La Chiesa di S. Elia dalla Laguna allo Stretto”, Salvatore Prestifilippo e Tino Saitta autori di “Messina artistica e monumentale” ed infine Gaetano Modesto con il recente e prezioso testo “Elia Profeta di Dio”, le principali caratteristiche architettoniche. S. Elia ha una planimetria molto semplice a navata unica rettangolare con abside semicircolare, presumibilmente riconducibile al rifacimento del 1694 pur ricordando chiaramente modelli rinascimentali tipici del pieno Cinquecento. E' da precisare che l’edificio non conserva, allo stato attuale, tracce o manufatti riferibili alla storia più antica. La nuova facciata, con attico e campanile sovrapposto, riecheggia quella antica e ne utilizza la porta architravata, ornata da festoni e un tempo da una coppia di puttini ormai scomparsi. Il manufatto è anch’esso riconducibile ai lavori del 1694. Nel pronao, struttura completamente nuova che riutilizza parte della facciata originale mascherata da stucchi, è possibile ammirare una bella acquasantiera barocca composita con fusto in marmo bianco e rosa e conchiglia baccellata.

La navata conserva, fino all’altezza della cornice, una ricca decorazione in stucco con motivi tipici del repertorio in voga a fine Seicento: il semplice partito architettonico, che alterna grandi archi destinati ad accogliere due altari per lato con riquadri per affreschi, è quasi sopraffatto da una ridondante decorazione che comprende coppie di puttini che reggono scudi in corrispondenza di altari e quadroni nonché festoni vegetali che ricoprono le paraste corinzie alternate agli altari ed ogni spazio libero. I quattro grandi riquadri posti all’inizio ed alla fine della navata conservano altrettanti affreschi, recentemente restaurati, che costituiscono (insieme a due degli scudi sugli altari) gli avanzi della delicata decorazione a fresco dei Filocamo già rimaneggiata dal Grasso: i soggetti raffigurati sono la nascita di Gesù, l’adorazione dei Magi, il battesimo nel Giordano e la disputa di Gesù coi dottori nel Tempio, quest’ultimo forse spettante al Grasso.

 

 

 

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