Il suo pensiero viene associato a quello della scuola
peripatetica che durò
per diversi secoli all'incirca dal IV secolo al VI secolo d.C., scuola che era strutturata secondo programmi e ordini di studio rigorosamente
scientifici.
L'associazione di tale nome "peripatetica" era dovuto al
fatto che il Perìpato non era altro che il lastricato del porticato interno del
Liceo di Atene ove Aristotele teneva le sue lezioni passeggiandovi con i suoi
allievi.
Il pensiero degli adepti di questa scuola si configura non più in un
atteggiamento di pura e semplice contemplazione bensì nel ritrovato senso di
una più sistematica e concreta comprensione dei vari aspetti della realtà, ne
valuta l'importanza dedicando al reale una minuziosa analisi volta a cogliere le
intime connessioni dei vari particolari, in una concezione della filosofia come
ragione e scienza direttiva. Una totale comprensione, quindi, che vuole essere
suffragata significativamente dall'aspetto scientifico piuttosto che sospesa tra
l'ideale e il contemplativo.
Pochi ma significativi frammenti e spezzoni delle sue opere ci sono stati
tramandati: di particolare rilievo "Anima", "Vita
pratica", "Mantica" dove appunto viene sostenuta la
necessità di maggiore concretezza nel reale e conseguente riduzione del
valore della vita teoretica. Molto
significativi sono i suoi saggi detti Su Alceus, Tripolitico, Stato
di Grecia.
Itinerario intorno al
mondo è la sua opera geografica più importante, per la prima volta
viene indicata la suddivisione topografica basata su meridiani e
paralleli. Dicearco introduce un sistema geometrico basato su un
reticolato: divide la terra conosciuta con una linea longitudinale
che partiva dalle colonne d'Ercole ed arrivava al Caucaso indiano e con
una linea ortogonale che univa Siene in Assuan con Lisimachia città
sull'istmo del Chersoneso in Tracia. Altro importante frammento è
certamente quello che Dicearco, nell'ambito dei suoi studi geografici,
ha dedicato alla descrizione del monte Pelio.
Dicearco è un filosofo ma anche uno
scienziato, un raffinato cultore, l'esponente massimo della primitiva mitografia
la quale sembra contrastare l'aspetto più squisitamente scientifico delle sue
opere. E' il suo ricco "bagaglio culturale" che lo porta a spaziare nelle
discipline più disparate che lo pone nella condizione di essere autore, tra
l'altro, degli "Argomenti delle tragedie di Sofocle ed Euripide".
Il saggio Descrizione
della Grecia venne dedicato a Teofrasto ed è probabilmente la prima
storia della cultura greca orientata a rivalutare il progresso storico.
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