DICEARCO, il filosofo di Messina, visse tra il 350 e il 290 a.C. circa. 

Discepolo e pupillo di Aristotele, rimase per lungo tempo in Grecia nella città di Atene.

Il suo pensiero viene associato a quello della scuola peripatetica che durò per diversi secoli all'incirca dal IV secolo al VI secolo d.C., scuola che era strutturata secondo programmi e ordini di studio rigorosamente scientifici. 

L'associazione di tale nome "peripatetica" era dovuto al fatto che il Perìpato non era altro che il lastricato del porticato interno del Liceo di Atene ove Aristotele teneva le sue lezioni passeggiandovi con i suoi allievi. 

Il pensiero degli adepti di questa scuola si configura non più in un atteggiamento di pura e semplice contemplazione bensì nel ritrovato senso di una più sistematica e concreta comprensione dei vari aspetti della realtà, ne valuta l'importanza dedicando al reale una minuziosa analisi volta a cogliere le intime connessioni dei vari particolari, in una concezione della filosofia come ragione e scienza direttiva. Una totale comprensione, quindi, che vuole essere suffragata significativamente dall'aspetto scientifico piuttosto che sospesa tra l'ideale e il contemplativo.

Pochi ma significativi frammenti e spezzoni delle sue opere ci sono stati tramandati: di particolare rilievo "Anima", "Vita pratica", "Mantica" dove appunto viene sostenuta la necessità di maggiore concretezza nel reale e conseguente riduzione del valore della vita teoretica. Molto significativi sono i suoi saggi detti Su Alceus, Tripolitico, Stato di Grecia.

 

Itinerario intorno al mondo è la sua opera geografica più importante, per la prima volta viene indicata la suddivisione topografica basata su meridiani e paralleli. Dicearco introduce un sistema geometrico basato su un reticolato:  divide la terra conosciuta con una linea longitudinale che partiva dalle colonne d'Ercole ed arrivava al Caucaso indiano e con una linea ortogonale che univa Siene in Assuan con Lisimachia città sull'istmo del Chersoneso in Tracia. Altro importante frammento è certamente quello che Dicearco, nell'ambito dei suoi studi geografici, ha dedicato alla descrizione del monte Pelio.

Dicearco è un filosofo ma anche uno scienziato, un raffinato cultore, l'esponente massimo della primitiva mitografia la quale sembra contrastare l'aspetto più squisitamente scientifico delle sue opere. E' il suo ricco "bagaglio culturale" che lo porta a spaziare nelle discipline più disparate che lo pone nella condizione di essere autore, tra l'altro, degli "Argomenti delle tragedie di Sofocle ed Euripide".

Il saggio Descrizione della Grecia venne dedicato a Teofrasto ed è probabilmente la prima storia della cultura greca orientata a rivalutare il progresso storico.

 

   

 

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